Cosa vedere
Perugia è un piccolo gioiello che si dischiude pian piano davanti agli occhi dei visitatori. La cittadina umbra custodisce tesori artistici e monumentali che ne testimoniano il ricco passato e rendono giustizia al primato culturale del nostro Paese. Anche se conserva l’aspetto e il ritmo di vita di un piccolo borgo medievale fortificato, Perugia ha una vita cittadina molto intensa, legata soprattutto alla presenze di una delle più antiche Università degli Studi della Penisola (fondata nel 1308), oltre che della maggiore Università per stranieri d’Italia.
Non è quindi una città museo, piena di turisti di giorno e vuota di notte, ma un posto a cui dedicare qualcosa in più di una visita mordi e fuggi dedicata ai monumenti più importanti. Dalla Galleria Nazionale al Pozzo Etrusco, dall’Oratorio di San Bernardino al Corso Vannucci, qui di seguito vi proponiamo le 10 cose da fare e da vedere assolutamente durante una visita a Perugia. Il resto è una sorpresa che scoprirete da soli.
1) La Fontana Maggiore
Al centro di Piazza IV Novembre sorge questa splendida Fontana, una delle più celebri d’Italia e simbolo della Perugia medievale. La Fontana Maggiore venne costruita tra il 1275 e il 1278, su disegno di Nicola e Giovanni Pisano, per ricevere le acque provenienti dall’Acquedotto del Monte Pacciano. I due artisti vollero la Fontana su una gradinata circolare, costituita da due vasche di pietra rosa e bianca, sormontate da una conca di bronzo.
Da qui spuntano tre ninfe che sorreggono un’anfora dalla quale sgorga l’acqua. La vasca superiore poggia su delle colonnine dalle quali si elevano statue raffiguranti personaggi correlati alla fondazione mitica della città; la vasca inferiore, invece, è decorata con cinquanta formelle che raffigurano il calendario dei lavori agricoli, alcuni episodi biblici, storici e mitologici, i due simboli della città (il grifo), del partito guelfo (il leone) e dell’impero (l’aquila). Chiudono la rassegna le sette arti liberali e la filosofia. Singolare la presenza nelle formelle di due scene tratte dalle favole di Esopo (gru e lupo & lupo e agnello). Dopo l’ultimo restauro, oggi possibile ammirare l’opera in tutto il suo originario splendore.
2) Il Duomo
I lavori per la costruzione della Cattedrale intitolata a San Lorenzo, uno dei Santi patroni della città, iniziarono nel 1345 e si conclusero nel 1490. Sia la fiancata laterale che la facciata principale, però, sono rimaste incomplete.
La fiancata laterale si affaccia sulla Fontana Maggiore, e una trama geometrica di rombi di marmo rosa e bianco ne decora solo il lato inferiore. La facciata principale, invece, si affaccia su Piazza Danti ed è caratterizzata da un portale barocco del 1729. L’interno, di impronta tardogotica, presenta tre navate di uguale altezza, divise da possenti pilastri. Le decorazioni furono completate nel XVIII secolo e, tra queste, spiccano La Deposizione di Federico Barocci, la vetrata policroma del XVI secolo di Arrigo Fiammingo e il Monumento Funebre in onore del vescovo Andrea Baglioni realizzato da Urbano da Cortona. Nel chiostro della Cattedrale potrete visitare il Museo Capitolare, sede di importanti opere d’arte.
3) La Galleria Nazionale
Lungo Corso Vannucci, agli ultimi piani del Palazzo dei Priori ha sede, dal 1878, la Galleria Nazionale dell’Umbria. La Galleria ospita uno dei patrimoni artistici più completi e ricchi di tutta la regione.
Le opere coprono un periodo che va dal XIII al XIX secolo e sono organizzate secondo un esaustivo percorso cronologico: al terzo piano sono raccolte le opere che vanno dal XIII al XV secolo; mentre al secondo piano quelle dal XVI al XIX secolo. A differenza degli altri grandi musei italiani e stranieri, nella Galleria Nazionale dell’Umbria i capolavori sono raccolti in uno spazio piccolo, quindi si susseguono senza sosta e si possono vedere anche con una breve visita. Si ammirano in un solo sguardo le madonne e i polittici della pittura fiorentina e senese del 1400, accanto ai capolavori del Rinascimento, i pezzi unici dell’oreficeria umbra. Fra tutti, spiccano capolavori di Duccio di Buoninsegna, Piero della Francesca, Beato Angelico, Pinturicchio e Perugino. In più, raccolte monografiche dedicate all’oreficeria, alla grafica antica, alla topografia e ai tessuti umbri arricchiscono la raccolta.
4) La Rocca Paolina
Decantata in una celebre poesia di Giosuè Carducci, la Rocca Paolina è un’antica fortezza voluta dal Papa Paolo III e realizzata da Antonio da Sangallo il Giovane. L’intento del Papa, in cui era ancora vivo il ricordo del Sacco di Roma, era quello di rendere la città sicura e di creare, così, un rifugio efficiente come lo era stato Castel Sant’Angelo. La sua costruzione rese necessaria la distruzione di più di cento case ma anche di monasteri e chiese, soprattutto di proprietà della famiglia Baglioni, odiatissima dal Papa.
La Rocca è stata simbolo dell’autorità papale fino al 1860, anno in cui venne abbattuta in seguito all’annessione al Regno d’Italia. Di quell’antica costruzione sono visibili un tratto delle mura di sostegno ed il bastione che incorpora Porta Marzia. La parte più suggestiva da visitare di quel che resta della Rocca Paolina sono i sotterranei, in particolare le scale mobili che dal parcheggio di Piazza Partigiani attraversano la Rocca sotto il porticato laterale del Palazzo del Governo (1870, sede della Provincia) e arrivano in Piazza Italia. In questo scenario davvero unico e suggestivo, una specie di città nella città, ci sono negozi, boutique, bookshop e si organizzano spesso manifestazioni culturali.
5) L’Oratorio di San Bernardino
L’Oratorio fu voluto dai frati Francescani in onore di San Bernardino da Siena, la cui predicazione aveva infiammato i perugini in diverse occasioni. La splendida facciata policroma è opera di Agostino di Duccio che, utilizzando materiali differenti, riuscì a creare una vera e propria sinfonia di colori che esplode in un affascinante gioco di riflessi.
In un fine ricamo di pietre e marmi, Agostino di Duccio era riuscito a glorificare Bernardino e a narrare i suoi miracoli. L’opera di Agostino è il più insigne monumento rinascimentale di Perugia. Un doppio portale immette il visitatore nell’interno dall’impianto gotico, il cui altare è costituito da un sarcofago paleocristiano del IV secolo che raccoglie le spoglie del beato Egidio, compagno di San Francesco. Dietro l’altare, un altro portale introduce nell’Oratorio di Sant’Andrea con un soffitto a cassettoni e dipinti del XVIII e XIX secolo.
6) Il Pozzo Etrusco
Appartenuto alla famiglia Corbello, il Pozzo Etrusco è una grande opera idraulica che testimonia le conoscenze tecniche e il grado di civiltà raggiunto dalle popolazioni di Perugia già 300 anni prima di Cristo.
Pare che la sua costruzione risalga al IV o al III secolo a.C., ma sebbene la data sia incerta, sulle sue dimensioni non ci sono dubbi: 37 metri di profondità per oltre 5 metri di diametro. Un’immane costruzione che fungeva in passato da serbatoio idrico: qui vi confluivano le acque di ben tre vene acquifere di Perugia. Attualmente il Pozzo è percorribile grazie ad un sistema di scale che permettono di scendere fino al punto più profondo. Il fondo è in parte ricoperto da blocchi di travertino i quali sono stati utilizzati anche per la copertura. Se vi trovate in Piazza Danti, a due passi dalla Fontana Maggiore, non perdete l’occasione di ammirare anche questa eccezionale opera di ingegneria idraulica.
7) L’Arco Etrusco
L’antichissimo Arco Etrusco, realizzato dagli Etruschi nel terzo secolo avanti Cristo. Ancora oggi sulle sue mura si possono osservare le decorazioni in stile italo-corinzio che testimoniano il passato preromano della città.
Si tratta di una bella testimonianza del passato della città: la porta fu infatti mantenuta anche dopo la conquista romana e l’imperatore Augusto ne fece decorare l’arco con rilievi e iscrizioni.
8) Lo Studio Moretti Caselli
Vicino a piazza Italia è possibile visitate anche l’ottocentesco laboratorio dello Studio Moretti Caselli, che nei suoi antichi locali neogotici continua a produrre vetrate artistiche con maestria e dedizione. La vetreria è contemporaneamente laboratorio e museo, e porta avanti una tradizione familiare da secoli.
9) Corso Vannucci
Visitare Perugia senza attraversare corso Vannucci è impossibile: si tratta della via principale del centro storico, la più bella per passeggiare e la più diretta se si vuole raggiungere la piazza principale e il duomo. È intitolata a Pietro Vannucci, detto “il perugino”, l’artista che fu maestro di Raffaello.
10) Palazzo Baldeschi
Su corso Vannucci si affaccia anche il museo di Palazzo Baldeschi, edificio aristocratico che oggi ospita importanti collezioni d’arte. Le volte con gli affreschi ottocenteschi, le maioliche rinascimentali, i dipinti, le sculture, i vetri e gli avori del Settecento raccontano la storia delle nobili famiglie che vissero in città.
11) Piazza IV Novembre
Percorrendo corso Vannucci si arriva nel cuore del centro cittadino: piazza IV Novembre, il luogo simbolo di Perugia. Posti da visitare qui? Tantissimi, dal Palazzo dei Priori, sede dei più importanti musei, al Duomo. Piazza IV Novembre è sicuramente lo scorcio più caratteristico e pittoresco della città. Se poi si ha la fortuna di visitare Perugia nel mese di luglio si può assistere agli spettacoli di Umbria Jazz, uno dei più importanti festival musicali italiani.
12) Il Palazzo dei Priori
Il medioevo non fu necessariamente un’epoca buia e il capoluogo umbro lo testimonia con il suo Palazzo dei Priori, realizzato tra il Duecento e il Quattrocento e uno dei più antichi e importanti esempi in Italia di palazzo pubblico. Il Grifo perugino e il Leone Guelfo guardano la piazza dal portale d’ingresso, vicino al pulpito da cui venivano letti gli atti pubblici.
13) La Sala dei Notari
Palazzo dei Priori è certamente un posto da visitare a Perugia, non solo da osservare dall’esterno. Tra le sue sale, riccamente decorate, quella dei Notari è tra le più importanti, completamente affrescata con leggende, storie bibliche e con gli stemmi delle famiglie al potere e dei capitani del popolo che governarono la città nel Trecento.
14) Il Collegio del Cambio
La visita di Palazzo dei Priori non può tralasciare la bellissima sala delle udienze del Collegio del Cambio. Il potere dei banchieri perugini è testimoniato dalle meravigliose volte affrescate da Pietro Vannucci, con l’aiuto del suo più illustre allievo: Raffaello.
15) Il Collegio della Mercanzia
Più sobrie di quelle del Collegio del Cambio, ma non per questo meno affascinanti, le sale del Collegio della Mercanzia accoglievano, nel Palazzo dei Priori, le corporazioni mercantili. Le sue volte sono interamente rivestite di decorazioni in legno: un vero capolavoro del tardo gotico.
16) Palazzo Sorbello
Accanto al Pozzo Etrusco, la casa museo di Palazzo Sorbello è certamente una tappa obbligata. Il ricco palazzo nobiliare raccoglie infatti al suo interno quadri, porcellane, stampe, manoscritti e soprattutto una collezione di tessuti ricamati del XVII secolo. Un tuffo nel Seicento e nella vita dell’aristocrazia umbra.
17) Palazzo del Capitano del Popolo
A pochi passi da piazza IV Novembre si può raggiungere anche piazza Matteotti, dove si trova il Palazzo del Capitano del Popolo. Si tratta di un bell’edificio medievale, che dal Quattrocento ospita le autorità della giustizia. Ancora oggi è sede della Procura e della Corte d’Appello
18) Palazzo degli Oddi
Da Corso Vannucci si accede facilmente anche a via dei Priori, dove si trova anche un’altra importante dimora storica: Palazzo degli Oddi. Al suo interno un ricco museo che permette di attraversare le antiche sale settecentesche e scoprire la storia di una delle più importanti famiglie di Perugia.
19) La Chiesa Sant’Ercolano
Esauriti musei e palazzi storici, nell’antica cerchia delle mura etrusche restano ancora numerose chiese da visitare. Ecco dunque cosa vedere Perugia se si è amanti dell’arte e dell’architettura sacra. Una delle chiese più affascinanti e curiose è sicuramente Sant’Ercolano: un edificio ottagonale che si sviluppa in altezza, quasi fosse una torre. I suoi interni sono interamente affrescati: un capolavoro del barocco.
20) La Cappella di San Severo
La piccola cappella di San Severo è un’altra tappa obbligata perché al suo interno si può ammirare un altro dei capolavori realizzati dal Perugino e da Raffaello: l’affresco della Trinità e dei Santi.
21) La Chiesa del Gesù
Tra gli edifici sacri di Perugia quello della Chiesa del Gesù è certamente il più curioso dal punto di vista architettonico. Vi sono infatti al suo interno tre differenti oratori sovrapposti seguendo le gerarchie sociali del Cinquecento: un oratorio per i nobili, uno per gli artisti (ma anche gli artigiani) e uno per i coloni (chi coltivava la terra).
22) La Chiesa di San Filippo Neri
Viene anche detta Chiesa Nuova, ed è un bellissimo esempio di arte e architettura del Seicento in una città in cui gli scorci più caratteristici sono quelli medievali e rinascimentali. La chiesa di San Filippo Neri è un vero capolavoro e merita certamente una visita.
23) Porta Trasimena
Dal lato di via dei Priori il centro cittadino si apre su Porta Trasimena, antica via di accesso che collegava il centro etrusco alla strada per il Lago Trasimeno. Da qui si possono raggiungere con facilità l’Oratorio di San Bernardino e la chiesa di San Francesco al Prato.
24) La Chiesa di San Francesco al Prato
La chiesa di San Francesco fu per secoli il luogo eletto dai nobili perugini per la sepoltura dei loro personaggi più influenti. L’edificio aveva addirittura venti altari e sette cappelle. Purtroppo le frane della vicina collina ne hanno compromesso più volte la stabilità, ma la bellissima facciata resta a memoria del suo glorioso passato.
25) l’Oratorio di San Bernardino
Dedicato al santo senese, che spesso predicava proprio accanto alla chiesa di San Francesco, l’oratorio ha una bella facciata policroma, tipicamente rinascimentale, mentre l’altare è stato ricavato da un antico sarcofago paleocristiano, probabilmente del IV secolo.
26) Palazzo Gallenga (Università degli Stranieri)
Palazzo Gallenga Stuart è sicuramente un altro posto da visitare a Perugia. L’edificio barocco, con un grande vestibolo e uno scalone monumentale, è oggi la sede dell’Università Italiana per gli Stranieri.
27) La Chiesa di Sant’Agostino
Proseguendo nel quartiere Sant’Angelo, da Palazzo Gallenga si raggiunge la chiesa di Sant’Agostino. La facciata gotica in pietra non deve ingannare, perché all’interno l’unica navata è arricchita da decorazioni settecentesche: una volta con fregi dorati che incorniciano un ricco ciclo di affreschi.
28) L’Acquedotto
Una particolarità del quartiere Sant’Angelo è quella di poter percorrere via dell’Acquedotto. Si cammina dentro l’antico acquedotto romano, che col passare del tempo è caduto in disuso ed è diventato parte del centro abitato. Un’esperienza sicuramente insolita e uno degli angoli più pittoreschi di Perugia.
29) Il Tempio di Sant’Angelo
A ridosso delle mura nel quartiere Sant’Angelo si trova un affascinante tempio circolare dedicato a San Michele, l’angelo guerriero. L’architettura austera e la collocazione, a difesa della città, non sono certo casuali e dimostrano quanto la cultura antica e medievale fossero legate, anche nella guerra, alla spiritualità cristiana.
30) Porta Sant’Angelo
Accanto al Tempio di Sant’Angelo l’omonima porta medievale è difesa dal Cassero, una massiccia torre che oggi è sede del Museo delle Porte e delle Mura Urbiche. Dalla sua sommità si può godere di una suggestiva vista sulla città e sulle colline circostanti.
31) La Chiesa di San Domenico
Il luogo più maestoso di Borgo Bello è l’abbazia di San Domenico, la più grande di tutta l’Umbria. La sua grande vetrata istoriata e il coro ligneo sono capolavori dell’arte gotica, sopravvissuti all’ampliamento della chiesa avvenuta in epoche successive.
32) Il Museo Archeologico Nazionale
Alla chiesa di San Domenico si affianca anche l’antico convento che, oggi, è sede del Museo di Archeologia Nazionale Umbro. Qui è possibile ammirare gli antichi reperti che accompagnano il visitatore in un viaggio nella storia: dall’epoca preistorica alla conquista romana, passando per il fascino della raffinata civiltà etrusca.
33) Porta San Pietro
Se la cinta etrusca rappresenta il cuore della città, quella medievale mostra come Perugia crebbe nei secoli. Porta San Pietro appartiene alle mura trecentesche e l’architettura originale è rimasta intatta se si guarda l’arco interno; all’esterno invece il rifacimento di epoca rinascimentale riprende lo stile dell’Arco di Augusto, che si trova dall’altro lato della città.
34) La Basilica di San Pietro
Fu la prima sede vescovile di Perugia e, oggi, è tra le sue chiese più belle. San Pietro è un luogo di profonde radici storiche è un gioiello da ammirare. Varcati i suoi portali infatti, le navate ospitano la più grande collezione artistica della città dopo quella di Palazzo dei Priori.
All’interno della Basilica c’è anche il Quadro più grande del Mondo, detto: sguardo del demonio.
Lo sguardo del demonio dentro la chiesa più bella di Perugia. C’è una storia avventurosa e ricca di mistero dietro un quadro, “riscoperto” sulla Rete, dopo oltre 400 anni grazie alla scrittrice perugina Emanuela Casinini, dipendente dei Beni Culturali e appassionata cultrice delle vicende della sua città.
La grande tela, di quasi 90 metri quadri, sovrasta la porta d’ingresso di San Pietro ed occupa l’intera parete del tempio: l’“Apoteosi dell’Ordine dei Benedettini” dipinto nel 1592 da Antonio Vassilacchi detto l’Aliense, raffigura venerabili, pontefici, cardinali, vescovi, abati ed esponenti di altri ordini monastici legati al santo di Norcia.
Nomi e volti, all’epoca notissimi e di cui oggi si è perduta la memoria, fra i quali spicca, in posizione privilegiata, il grande papa San Gregorio Magno. Una selva di ritratti: quasi 300 religiosi, raffigurati oltre la grandezza naturale, che contornano l’immagine di San Benedetto. Avvinghiati al fondatore dell’ordine monastico, in un tripudio di colori, dal giallo ocra al nero, dal rosso al blu scuro. E’ un vortice di corpi, volti, tiare, bastoni pastorali, cappelli cardinalizi, lapidi, stemmi e libri sacri.
Un dipinto maestoso. Dopo “Il Paradiso” del Tintoretto, conservato nel palazzo ducale di Venezia, è forse il quadro più grande del mondo. Eppure le guide, per anni, lo hanno liquidato in modo sbrigativo: “Non presenta né originalità di impostazione né arditezze pittoriche e, tranne alcune figure di monaci viventi ritratti dall’autore, mostra chiaramente l’aridità di ispirazione…”.
Uno sguardo tra la folla Ma al visitatore bastano pochi, lenti passi, per smentire il critico ed ammirare l’opera in tutta la sua magnificenza. Una breve passeggiata lungo la navata, fino all’altare maggiore. Bisogna volgere lo sguardo all’uscita del tempio. E osservare con attenzione. Gli squarci del cielo, nell’ammasso imponente delle figure, svelano il sole e la luna: sono la notte e il giorno e rappresentano il tempo che fugge inesorabile. Ma nella grande tela quei vuoti ombreggiati tra le figure dei religiosi si mutano in due enormi fessure: gli occhi di una bestia immonda che sembrano sfidare il visitatore.
San Benedetto, al centro del dipinto diventa un naso inquietante. Le bianche vesti degli abati che lo circondano appaiono come formidabili zanne. San Pietro e San Paolo, ai lati estremi del quadro, sono le orecchie aguzze del mostro. E in alto, i ciuffi nerastri delle figure dei sacerdoti, si trasformano nelle corna di un diavolo. L’impasto dei colori, i giochi di luce e le posture dei personaggi raccontano la parte superiore del volto: lo sguardo ferino di un “Caron dimonio, con occhi di bragia”.
Il richiamo a Satana arriva anche da un altro particolare: nelle orbite oculari scavate tra la folla dei benedettini, accanto alle pupille del Sole e della Luna, emerge il luccichio di Venere, la stella della sera perché è la prima che si vede, ma anche quella del mattino perché è l’ultima a spegnersi. Un corpo celeste che porta la luce. E proprio Lucifero è il nome dell’angelo che precipita dal Cielo e che la tradizione giudaico-cristiana dà al diavolo, grazie all’interpretazione, prima rabbinica e poi patristica di un celebre passo del profeta Isaia.
Quel pittore straniero Perché dentro un tempio cattolico, in un’opera così grande e così in evidenza viene raffigurato il diavolo? E’ la vendetta nascosta di un artista verso i suoi committenti ecclesiastici? O una critica occulta e feroce alla corruzione della Chiesa, preda del Male e dimora del demonio? Difficile che sia andata così negli anni spietati dell’Inquisizione. Soprattutto se si scava nella vita di Andrea Vassilacchi.
Il pittore nacque nell’isola greca di Milos. Era ancora un bambino quando la sua famiglia si trasferì a Venezia. Italianizzo’ il suo nome: da Vasilakis a Vassilacchi. Ma per tutta la vita fu più facile chiamarlo l’Aliense, lo straniero. Allievo di Paolo Veronese, amico e poi rivale del Tintoretto, era conteso dai committenti religiosi e dal governo della Serenissima per la serietà nel lavoro e per il carattere mansueto, così lontano dalle bizze di un artista “maledetto”. I suoi affreschi nel palazzo veneziano dei Dogi sono in quasi tutte le sale e superano per numero quelli di qualunque altro pittore. L’Aliense ebbe tre mogli, due figlie che poi diventarono suore e un particolare rapporto d’affetto con i monaci benedettini di San Giorgio Maggiore, che lo raccomandarono caldamente ai loro confratelli umbri. E proprio a Perugia Vassilacchi dipinse anche la vita di Cristo con puntuali riferimenti al Vecchio Testamento: dieci grandi tele, collocate, cinque per parte, ai lati della navata centrale di San Pietro. Affrontò il faticoso ciclo pittorico subito dopo aver finito la grande tela dell “Apoteosi dell’ordine dei Benedettini”, che portò a termine in soli 13 mesi. Lo stile del grande dipinto appare già più vicino al nuovo clima controriformista, che imponeva all’arte pittorica una visione più cupa e meno festosa rispetto al gioioso “rinascimento veneziano” dei Veronese e dei Tintoretto che pure Vassilacchi aveva tanto frequentato.
Il diavolo in agguato Dai gradini dell’altare maggiore l’enigma del quadro “dimenticato” per più di 400 anni si dipana lentamente. E’ proprio la bella porta lignea della chiesa che sembra completare l’opera dell’Aliense e chiarire una parte del mistero: l’ingresso di San Pietro, alla base della gigantesca tela, è la grande bocca che ingoia chi lascia la basilica per tornare alla vita di tutti i giorni. Come dire: “Extra Ecclesiam nulla salus”. Fuori dalla Chiesa, nel mondo abitato dal peccato, non c’è salvezza. E quel dipinto doveva ricordarlo ai fedeli all’uscita di ogni funzione religiosa dopo aver ascoltato la parola di Dio. E’ l’ossessione che segna il messaggio della Controriforma: il diavolo è in agguato, in ogni momento nella vita quotidiana e anche all’interno della Chiesa. Proprio per la mancanza dell’unità spirituale che la riforma luterana ha ormai irrimediabilmente spezzato, per quella eresia che bisogna combattere e vincere, con ogni mezzo. E soprattutto con la preghiera. In alto, al centro della tela, c’è una scritta in latino: “Mittam tibi adiutorium”. E’ l’oscura citazione di un passo biblico del quarto libro di Esdras, dove Dio parla ad Israele: “Io ti manderò in aiuto i miei servi Isaia e Geremia…”. Il soccorso di Dio arriva attraverso i profeti e la fede proprio nei momenti più bui.
Profeti e falsari Chi ispirò quelle parole dipinte dall’Aliense sulla fronte del volto demoniaco? Con ogni probabilità proprio l’uomo che per conto dei monaci perugini commissionò ad Antonio Vassilacchi il misterioso dipinto e che seguì accanto a lui la realizzazione dell’opera.
Era un dottissimo frate benedettino che all’epoca frequentava Perugia. Si chiamava Arnold Wyon. E di profeti se ne intendeva parecchio. Tanto che è passato alla storia per aver reso nota per la prima volta, nel suo “Lignum vitae”, la famosa “Profezia di Malachia”. E’ un criptico elenco di 112 motti in latino, riportato nel libro del monaco, nel quale vengono descritti tutti i papi e gli antipapi da Celestino II (eletto nel 1143) all’ultimo pontefice che, secondo la profezia, si chiamerà “Petrus Romanus” e il cui pontificato terminerà con la fine del papato e la distruzione di Roma. L’opera continua ad appassionare inesauste schiere di cultori di apocalissi. Ma con ogni probabilità è un clamoroso falso, fabbricato con rara perizia durante il conclave del 1590 per favorire l’elevazione al soglio pontificio del cardinale orvietano Girolamo Simoncelli. Fatica sprecata: fu scelto un altro papa, il varesino Gregorio XIV. L’autore del perfetto apocrifo propalato dal Wyon fu, secondo lo storico Luigi Fumi, Alfonso Ceccarelli, il più famoso falsario italiano del Cinquecento, che per la sua fantasiosa attività di alteratore di pergamene, libri, codici ed alberi genealogici fu decapitato nel giugno del 1583. Anche lui era un umbro, di Bevagna. Ma questa è un’altra storia.
35) L’Orto Medievale
Accanto all’Abbazia di San Pietro si può visitare un altro luogo interessante: l’Orto Medievale. Qui è stato ricostruito quello che doveva essere il giardino del convento e vi si possono scoprire tutte le proprietà delle erbe officinali utilizzate dai monaci.
36) I Giardini del Frontone
Vicino a San Pietro si raggiungono facilmente anche i Giardini del Frontone, uno dei parchi più belli di Perugia, l’ideale per una passeggiata estiva. La sistemazione attuale è ancora quella del XVIII secolo ma in realtà si tratta di un luogo vivace, dove non è raro assistere a eventi, concerti e proiezioni all’aperto.
37) La Chiesa di San Costanzo
Fuori dalle mura medievali, da Borgo Bello si raggiunge Porta San Costanzo e l’omonima chiesa, sorta sul luogo di sepoltura del santo stesso, che fu il primo vescovo della città. La chiesa è molto antica, ma il suo aspetto odierno è dovuto ai restauri di fine Ottocento, che le hanno dato un pittoresco aspetto neoromanico.
38) La Chiesa di San Manno
Monumenti e luoghi di interesse non mancano a Perugia, neppure fuori dalle mura del centro storico. Ne è un esempio la chiesa di San Manno, che nelle sue cripte permette di visitare un’antica tomba etrusca, testimonianza di un’epoca importantissima per la storia della città.
39) L’Ipogeo dei Volumni
Chi desidera ammirare i resti archeologici di un’antica tomba può anche recarsi all’Ipogeo dei Volumni, poco fuori Perugia. Qui le antiche urne decorate che contenevano i defunti sono ancora perfettamente conservate e testimoniano la ricchezza e il gusto dell’aristocrazia etrusca.
40) La Casa del Cioccolato “Perugina”
Se le cioccolaterie storiche e i negozi del centro non sono sufficienti a placare la propria golosità, una bella opportunità è quella di visitare la Casa del Cioccolato Perugina. Qui il prestigioso marchio italiano del cioccolato ha allestito un percorso dedicato alla sua storia, ma anche al cibo degli dei e alla sua lavorazione. Per curiosi e golosi un’occasione da non lasciarsi sfuggire.
41) La Città della Domenica
Chi visita Perugia con i propri bambini può cogliere l’occasione per esplorare la Città della Domenica, un divertente parco dedicato ai più piccoli e alle famiglie, dove si possono ammirare animali protetti, rivivere le fiabe più belle e giocare tra le tante attrazioni proposte.
42) La Chiesa di San Bevignate
Il fascino esoterico e misterioso dei cavalieri templari può giustificare una visita anche a San Bevignate, chiesa poco lontana dal centro di Perugia e tra le testimonianze meglio conservate in Italia dell’ordine dei Cavalieri del Tempio.
Perugia è Fascino Medievale, ma non solo.
Cosa vedere quindi a Perugia? Alla fine di questo breve viaggio tra i suoi luoghi di interesse è chiaro che il capoluogo umbro è il posto ideale per chi ama l’arte e l’architettura medievale. Tuttavia le alternative non mancano e la facilità con cui il centro può essere apprezzato, soprattutto passeggiando a piedi, rendono Perugia una meta ideale anche per chi ama destinazioni diverse. Pittoresca e affascinante, Perugia è davvero una città che sa emozionare.
Gli eventi a Perugia sono vari, la vita cittadina è animata da un meraviglioso patrimonio artistico e da un interessante museo archeologico nazionale, in cui si trovano molti reperti sulla storia della città. Le taverne e le osterie, come i pub e le discoteche offrono interessanti occasioni di svago; tra gli eventi a Perugia, vanno segnalate attività quali trekking nel Parco Naturale del Monte Subasio mentre ideale per escursionismo, cicloturismo, sci da fondo e mountain bike è il Monte Cucco.
Se si va nella provincia di Perugia si respira un’aria fuori dal tempo grazie ai borghi medievali, tra palazzi, castelli e le rocche dei paesini della zona.